lunedì 25 maggio 2009

CUCINA SINGLE E NON SOLO. Una storia come tante

Una storia come tante

Non c’è cosa più triste quando si resta single (oltre ovviamente alla parte di lettone vuota che fa rimpiangere di dormire d’abitudine da un solo lato e dover cambiare le lenzuola ogni settimana con una parte che è praticamente immacolata!),del momento dei pasti.
Il pranzo magari si risolve spesso fuori, tra mense aziendali – chi può- o panini veloci che possono essere condivisi con qualche collega e comunque stanno tra la fine del lavoro e il momento di ricominciarlo, tutta un’altra cosa dalla cena.
La cena è …è…. è SPAVENTOSA.
I miei primi tempi apparecchiavo di tutto punto la tavola(forte dell’idea bisogna reagire alle difficoltà!), talvolta mi mettevo persino la candela, il calice del servizio bello, la fiorentina cotta come piace a me. Ma non serviva a farmi sentire meno sola. Ruotavo la posizione a tavola, finchè ho scoperto quella davanti alla finestra che mi permetteva di guardare fuori e distrarmi; ma i vicini poi guardavano dentro e mi sembrava di essere ancor di più l’unica al mondo a mangiare senza avere qualcuno a fianco. Poi ho smesso di accendere candele, sono passata a bere direttamente a collo della bottiglia e infine a mangiare sul pezzo di carta del salume senza più usare nemmeno il piatto di carta!!! La televisione mi ricordava mia nonna, che la teneva sempre accesa, parlandole, per illudersi di aver qualcuno intorno e mi sembrava ancor di più un buon motivo per non imitarla.
Le rare volte che andavo nei bellissimi centri commerciali, caricavo il carrello come dovessi nutrire una famiglia di 7 persone. Il sabato spesa, la domenica cucina.
Ma avete mai provato a cucinare per uno???Compri il burro e se non ti affretti a surgelare quello che avanza lo devi buttare. Vuoi fare la parmigiana? prendi una melanzana, ti tocca friggerla e riempire la casa di olezzo stilecinese per 45 grammi di materia,aprire un barattolo di pomodoro e pensare che cosa farne della metà che resterà… grattugiare il grana e prevedere una settimana di pasti a formaggio, prima che sappia di sapone. dio, che tristezza è, cucinare per uno???????
una pentola di acqua per 70 gr.di spaghetti??????
un cavolo micro che durerà comunque 3 giorni????? o 3 giorni sempre cavolo….
una baguette che arriva a 4 pasti?????
i tortellini – rigorosamente confezionati – alla panna: due cucchiai di panna e 4 giorni di minestre in cui mettercela per forza?
erbe aromatiche che si dissolvono negli anni, basilico/rosmarino che restano per giorni in attesa di una ricetta che li preveda,biscotti che scadono, grissini non scaduti ma che sembrano di gomma, la rete di arance in sconto che uno a uno ammuffiscono…
Un freezer, che dovrebbe essere più grande del mio armadio per non gettare tutto quanto può essere riutilizzato nel tempo.
vi riconoscete?
Mi sono stancata: ho trovato un comodo bar che con 2 euro di aperitivo mi fornisce la cena ogni sera e pazienza se non mangerò la parmigiana!
Ho scoperto un popolo nelle mie condizioni: di tutte le età. Inutile cucinare con tristezza. Però dopo i primi tempi di euforia per questa comoda soluzione, ho cominciato a pensare. Prima allo stomaco che non può supportare in eterno(visto che la condizione di single è più facile resti eterna!)cibo confezionato, secondo che tutte le sere non si può aver voglia dello stesso cibo.
E mi è venuto in mente che noi del bar che già ci conosciamo e altri che potrebbero aggiungersi potremo organizzare turni settimanali di cene di gruppo. 6/7 per ciascuno. si fanno delle tabelle, esattamente come la pulizia scale dei condomini, e si ospita una settimana intera la gente a cena. così ci sarebbe il tempo di utilizzare tutte le scorte, i pacchetti iniziati, stare in compagnia, scambiare informazioni e trasformare il concetto di famiglia, ecc.ecc.
Oppure, e questo è un mio sogno di quando avevo 15 anni, ma più che mai mi sembra che la trasformazione della nostra società potrebbe trarne vantaggio: organizzare nei condomini o in più condomini(che so al posto delle cantine, dei solai, delle terrazze per stendere) lavanderie comuni(esempio 15 appartamenti: 2 lavatrici a gettone. ci si turna. i gettoni serviranno a fare manutenzione o comprare nuove lavatrici al bisogno; 3 ferri da stiro – sapete quelli professionali bellissimi che appena si tocca una camicia è già pronta per l’indossatura…), saletta per bimbi con “nonnaingamba” o baby-sitter a pagamento in comune che sostituisca quei dopo scuola estenuanti, sky con mega schermo e scelta dei programmi con regola della maggioranza, tavoli con giochi di società dove trascorrere un paio d’ore in barba alla De Filippi,preparazione di cibo a turno per chi vuole aderire. E chi ha idee, si aggreghi. Ma non sarebbe un modo per uscire dalla solitudine che sta invadendo sempre più la porta degli anziani e in larga parte anche quella dei meno giovani che hanno disimparato l’arte dei rapporti di società e si annoiano sempre più spesso?

Miss Fazzoletto

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