LA SPESA DELLE SPOSE di Miss Fazzoletto
LA SPESA PER DIVENTARE SPOSA
Diciamolo: trovare un compagno dopo una separazione è impresa ardua. Lo dico per esperienza…
Avventure sporadiche sì, quante se ne vuole, la materia prima non manca, per quanto la qualità lasci molto a desiderare.
Parlando tra “adepti ai lavori” ho scoperto quanto segue e vi passo l’informazione, caso mai siate nell’identica condizione di ricerca di mercato… E cioè che se si vuol “cuccare”bene, non è il caso di andare in discoteca, perché quello è diventato ormai luogo di sfilate narcisistiche a suon di micro indumenti e ragazze anoressiche che fanno della taglia 38 un elemento di successo! E nemmeno in fumosi pub a lanciarsi sguardi eloquenti appollaiate su traballanti sgabelli, ingozzandosi di patatine, che poi si trasformano in cuscinetti adiposi.
E allora dove?
Negli ipermercati,parola di trentenne che ha documentato nero su bianco.
Oddio, ci sono dei trucchetti da seguire, ma non è poi così difficile: carrello quasi completamente vuoto, yogurt, confezione di chiodi o viti, succo di frutta PURO al 100%, qualche confezione di erba aromatica che lasci intendere capacità di gustose preparazioni, detersivi vari per sancire da subito che ci teniamo alla pulizia. Adocchiare carrelli quasi completamente vuoti, quelli, per intenderci, con qualche busta di surgelato “pronto in 5 minuti”, bottiglie di birra, eloquenti scatolette sulla sua condizione di uomo solo. Ah evitate quelli ricolmi di scatolette per gatti: devono andare a dar da mangiare al gatto della mamma ogni giorno mentre lei è in vacanza con il circolo anziani.
A questo punto bisogna inventare la strategia dell’aggancio che dipenderà dalla nostra tipologia e da quella che ci ispira “LUI”.
Possiamo tentare con la confezione di chiodi in mano, sguardo da cerbiatta, a porre qualche domanda tecnica (…scusa…ti sembrano adatti per….?????),che lasci intendere che pure noi siamo single, oppure bottiglia di vino in mano e domande sugli abbinamenti.
E poi se la persona è gradevole, frequentare assolutamente alla stessa ora il giorno dopo il medesimo punto d’incontro. Auguri! se son rose fioriranno!
La trentenne ha una cugina e un’amica che hanno imbastito storie su questo filo, una delle quali vanta una convivenza da oltre un anno.
Io che di anni ne ho molti di più sono del parere che un negozietto di quartiere, un piccolo supermercato, dove ancora puoi scambiare una parola al banco dei salumi, dove la fretta è meno imperante e la cassiera ti saluta riconoscendoti, sia un’atmosfera molto più magica per futuri incontri!
venerdì 29 maggio 2009
lunedì 25 maggio 2009
CUCINA SINGLE E NON SOLO. Una storia come tante
Una storia come tante
Non c’è cosa più triste quando si resta single (oltre ovviamente alla parte di lettone vuota che fa rimpiangere di dormire d’abitudine da un solo lato e dover cambiare le lenzuola ogni settimana con una parte che è praticamente immacolata!),del momento dei pasti.
Il pranzo magari si risolve spesso fuori, tra mense aziendali – chi può- o panini veloci che possono essere condivisi con qualche collega e comunque stanno tra la fine del lavoro e il momento di ricominciarlo, tutta un’altra cosa dalla cena.
La cena è …è…. è SPAVENTOSA.
I miei primi tempi apparecchiavo di tutto punto la tavola(forte dell’idea bisogna reagire alle difficoltà!), talvolta mi mettevo persino la candela, il calice del servizio bello, la fiorentina cotta come piace a me. Ma non serviva a farmi sentire meno sola. Ruotavo la posizione a tavola, finchè ho scoperto quella davanti alla finestra che mi permetteva di guardare fuori e distrarmi; ma i vicini poi guardavano dentro e mi sembrava di essere ancor di più l’unica al mondo a mangiare senza avere qualcuno a fianco. Poi ho smesso di accendere candele, sono passata a bere direttamente a collo della bottiglia e infine a mangiare sul pezzo di carta del salume senza più usare nemmeno il piatto di carta!!! La televisione mi ricordava mia nonna, che la teneva sempre accesa, parlandole, per illudersi di aver qualcuno intorno e mi sembrava ancor di più un buon motivo per non imitarla.
Le rare volte che andavo nei bellissimi centri commerciali, caricavo il carrello come dovessi nutrire una famiglia di 7 persone. Il sabato spesa, la domenica cucina.
Ma avete mai provato a cucinare per uno???Compri il burro e se non ti affretti a surgelare quello che avanza lo devi buttare. Vuoi fare la parmigiana? prendi una melanzana, ti tocca friggerla e riempire la casa di olezzo stilecinese per 45 grammi di materia,aprire un barattolo di pomodoro e pensare che cosa farne della metà che resterà… grattugiare il grana e prevedere una settimana di pasti a formaggio, prima che sappia di sapone. dio, che tristezza è, cucinare per uno???????
una pentola di acqua per 70 gr.di spaghetti??????
un cavolo micro che durerà comunque 3 giorni????? o 3 giorni sempre cavolo….
una baguette che arriva a 4 pasti?????
i tortellini – rigorosamente confezionati – alla panna: due cucchiai di panna e 4 giorni di minestre in cui mettercela per forza?
erbe aromatiche che si dissolvono negli anni, basilico/rosmarino che restano per giorni in attesa di una ricetta che li preveda,biscotti che scadono, grissini non scaduti ma che sembrano di gomma, la rete di arance in sconto che uno a uno ammuffiscono…
Un freezer, che dovrebbe essere più grande del mio armadio per non gettare tutto quanto può essere riutilizzato nel tempo.
vi riconoscete?
Mi sono stancata: ho trovato un comodo bar che con 2 euro di aperitivo mi fornisce la cena ogni sera e pazienza se non mangerò la parmigiana!
Ho scoperto un popolo nelle mie condizioni: di tutte le età. Inutile cucinare con tristezza. Però dopo i primi tempi di euforia per questa comoda soluzione, ho cominciato a pensare. Prima allo stomaco che non può supportare in eterno(visto che la condizione di single è più facile resti eterna!)cibo confezionato, secondo che tutte le sere non si può aver voglia dello stesso cibo.
E mi è venuto in mente che noi del bar che già ci conosciamo e altri che potrebbero aggiungersi potremo organizzare turni settimanali di cene di gruppo. 6/7 per ciascuno. si fanno delle tabelle, esattamente come la pulizia scale dei condomini, e si ospita una settimana intera la gente a cena. così ci sarebbe il tempo di utilizzare tutte le scorte, i pacchetti iniziati, stare in compagnia, scambiare informazioni e trasformare il concetto di famiglia, ecc.ecc.
Oppure, e questo è un mio sogno di quando avevo 15 anni, ma più che mai mi sembra che la trasformazione della nostra società potrebbe trarne vantaggio: organizzare nei condomini o in più condomini(che so al posto delle cantine, dei solai, delle terrazze per stendere) lavanderie comuni(esempio 15 appartamenti: 2 lavatrici a gettone. ci si turna. i gettoni serviranno a fare manutenzione o comprare nuove lavatrici al bisogno; 3 ferri da stiro – sapete quelli professionali bellissimi che appena si tocca una camicia è già pronta per l’indossatura…), saletta per bimbi con “nonnaingamba” o baby-sitter a pagamento in comune che sostituisca quei dopo scuola estenuanti, sky con mega schermo e scelta dei programmi con regola della maggioranza, tavoli con giochi di società dove trascorrere un paio d’ore in barba alla De Filippi,preparazione di cibo a turno per chi vuole aderire. E chi ha idee, si aggreghi. Ma non sarebbe un modo per uscire dalla solitudine che sta invadendo sempre più la porta degli anziani e in larga parte anche quella dei meno giovani che hanno disimparato l’arte dei rapporti di società e si annoiano sempre più spesso?
Miss Fazzoletto
Non c’è cosa più triste quando si resta single (oltre ovviamente alla parte di lettone vuota che fa rimpiangere di dormire d’abitudine da un solo lato e dover cambiare le lenzuola ogni settimana con una parte che è praticamente immacolata!),del momento dei pasti.
Il pranzo magari si risolve spesso fuori, tra mense aziendali – chi può- o panini veloci che possono essere condivisi con qualche collega e comunque stanno tra la fine del lavoro e il momento di ricominciarlo, tutta un’altra cosa dalla cena.
La cena è …è…. è SPAVENTOSA.
I miei primi tempi apparecchiavo di tutto punto la tavola(forte dell’idea bisogna reagire alle difficoltà!), talvolta mi mettevo persino la candela, il calice del servizio bello, la fiorentina cotta come piace a me. Ma non serviva a farmi sentire meno sola. Ruotavo la posizione a tavola, finchè ho scoperto quella davanti alla finestra che mi permetteva di guardare fuori e distrarmi; ma i vicini poi guardavano dentro e mi sembrava di essere ancor di più l’unica al mondo a mangiare senza avere qualcuno a fianco. Poi ho smesso di accendere candele, sono passata a bere direttamente a collo della bottiglia e infine a mangiare sul pezzo di carta del salume senza più usare nemmeno il piatto di carta!!! La televisione mi ricordava mia nonna, che la teneva sempre accesa, parlandole, per illudersi di aver qualcuno intorno e mi sembrava ancor di più un buon motivo per non imitarla.
Le rare volte che andavo nei bellissimi centri commerciali, caricavo il carrello come dovessi nutrire una famiglia di 7 persone. Il sabato spesa, la domenica cucina.
Ma avete mai provato a cucinare per uno???Compri il burro e se non ti affretti a surgelare quello che avanza lo devi buttare. Vuoi fare la parmigiana? prendi una melanzana, ti tocca friggerla e riempire la casa di olezzo stilecinese per 45 grammi di materia,aprire un barattolo di pomodoro e pensare che cosa farne della metà che resterà… grattugiare il grana e prevedere una settimana di pasti a formaggio, prima che sappia di sapone. dio, che tristezza è, cucinare per uno???????
una pentola di acqua per 70 gr.di spaghetti??????
un cavolo micro che durerà comunque 3 giorni????? o 3 giorni sempre cavolo….
una baguette che arriva a 4 pasti?????
i tortellini – rigorosamente confezionati – alla panna: due cucchiai di panna e 4 giorni di minestre in cui mettercela per forza?
erbe aromatiche che si dissolvono negli anni, basilico/rosmarino che restano per giorni in attesa di una ricetta che li preveda,biscotti che scadono, grissini non scaduti ma che sembrano di gomma, la rete di arance in sconto che uno a uno ammuffiscono…
Un freezer, che dovrebbe essere più grande del mio armadio per non gettare tutto quanto può essere riutilizzato nel tempo.
vi riconoscete?
Mi sono stancata: ho trovato un comodo bar che con 2 euro di aperitivo mi fornisce la cena ogni sera e pazienza se non mangerò la parmigiana!
Ho scoperto un popolo nelle mie condizioni: di tutte le età. Inutile cucinare con tristezza. Però dopo i primi tempi di euforia per questa comoda soluzione, ho cominciato a pensare. Prima allo stomaco che non può supportare in eterno(visto che la condizione di single è più facile resti eterna!)cibo confezionato, secondo che tutte le sere non si può aver voglia dello stesso cibo.
E mi è venuto in mente che noi del bar che già ci conosciamo e altri che potrebbero aggiungersi potremo organizzare turni settimanali di cene di gruppo. 6/7 per ciascuno. si fanno delle tabelle, esattamente come la pulizia scale dei condomini, e si ospita una settimana intera la gente a cena. così ci sarebbe il tempo di utilizzare tutte le scorte, i pacchetti iniziati, stare in compagnia, scambiare informazioni e trasformare il concetto di famiglia, ecc.ecc.
Oppure, e questo è un mio sogno di quando avevo 15 anni, ma più che mai mi sembra che la trasformazione della nostra società potrebbe trarne vantaggio: organizzare nei condomini o in più condomini(che so al posto delle cantine, dei solai, delle terrazze per stendere) lavanderie comuni(esempio 15 appartamenti: 2 lavatrici a gettone. ci si turna. i gettoni serviranno a fare manutenzione o comprare nuove lavatrici al bisogno; 3 ferri da stiro – sapete quelli professionali bellissimi che appena si tocca una camicia è già pronta per l’indossatura…), saletta per bimbi con “nonnaingamba” o baby-sitter a pagamento in comune che sostituisca quei dopo scuola estenuanti, sky con mega schermo e scelta dei programmi con regola della maggioranza, tavoli con giochi di società dove trascorrere un paio d’ore in barba alla De Filippi,preparazione di cibo a turno per chi vuole aderire. E chi ha idee, si aggreghi. Ma non sarebbe un modo per uscire dalla solitudine che sta invadendo sempre più la porta degli anziani e in larga parte anche quella dei meno giovani che hanno disimparato l’arte dei rapporti di società e si annoiano sempre più spesso?
Miss Fazzoletto
PISTE CICLABILI? NO GRAZIE!
!
Detesto le biciclette,no non è vero,detesto i ciclisti,di più, IL CICLISTA.
Avete pianto per anni sulla spavalderia e la maleducazione degli automobilisti, che rendeva pericolosa ogni vostra pedalata, avete accusato e puntato il dito ogni volta che si leggeva di qualche incidente (ma forse MAI verificato le responsabilità), avete rotto le scatole per avere le piste ciclabili. E oggi vi sono state date.
Allora perché ogni giorno incontro più di una bicicletta sulla mia strada? Foro Boario/Viale IV Novembre/inizio Via Bologna per fare qualche esempio. Non sporadici incontri, quotidianità. E da automobilista che vi odia, vi informo che esiste OBBLIGATORIAMENTE una pista ciclabile, perché non aspettandomi di trovarvi a ondeggiare in mezzo alla carreggiata, di sera, ovviamente a fanale spento, posso anche urtarvi o aprire uno sportello senza vedervi. E poiché le assicurazioni ribadiscono che avete SEMPRE ragione….
Mi guardate con faccia da pesce lesso, a volte qualcuno lancia un gestaccio….
Dove sono i nostri vigili urbani ogni volta che vi incontro? Beh qualcuno dietro di me, in Via Bologna, poi, davanti al loro ingresso non ne parliamo…., ma quando mai li ho visti fermarvi e togliervi per sempre la spavalderia e la maleducazione?
un’automobilista inc….ata
Miss Fazzoletto
Detesto le biciclette,no non è vero,detesto i ciclisti,di più, IL CICLISTA.
Avete pianto per anni sulla spavalderia e la maleducazione degli automobilisti, che rendeva pericolosa ogni vostra pedalata, avete accusato e puntato il dito ogni volta che si leggeva di qualche incidente (ma forse MAI verificato le responsabilità), avete rotto le scatole per avere le piste ciclabili. E oggi vi sono state date.
Allora perché ogni giorno incontro più di una bicicletta sulla mia strada? Foro Boario/Viale IV Novembre/inizio Via Bologna per fare qualche esempio. Non sporadici incontri, quotidianità. E da automobilista che vi odia, vi informo che esiste OBBLIGATORIAMENTE una pista ciclabile, perché non aspettandomi di trovarvi a ondeggiare in mezzo alla carreggiata, di sera, ovviamente a fanale spento, posso anche urtarvi o aprire uno sportello senza vedervi. E poiché le assicurazioni ribadiscono che avete SEMPRE ragione….
Mi guardate con faccia da pesce lesso, a volte qualcuno lancia un gestaccio….
Dove sono i nostri vigili urbani ogni volta che vi incontro? Beh qualcuno dietro di me, in Via Bologna, poi, davanti al loro ingresso non ne parliamo…., ma quando mai li ho visti fermarvi e togliervi per sempre la spavalderia e la maleducazione?
un’automobilista inc….ata
Miss Fazzoletto
giovedì 21 maggio 2009
isole dell'Egeo
Amo la Grecia,amo le isole greche in maniera viscerale e anche se da un po' di anni non posso tornarci, so che prima o poi andrò là per non tornare più indietro.
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